Onorevoli Colleghi! - La famiglia si sviluppa sempre in un dato contesto, è quindi un microcosmo, dipendente dalla comunità in cui è situata, e per questo cambia di continuo struttura e funzioni. La qualità dei rapporti sociali influisce, perciò, in gran parte almeno, sulla stabilità domestica. Quando essa è garantita, la casa diventa luogo di felicità e di personalizzazione massima per gli sposi e per la prole.
      La famiglia non è scomparsa, ma sta trovando nuovi modi di essere al suo interno, di porsi nei confronti della società, di progettare il suo futuro, di impostare l'educazione dei figli, di interagire con gli altri organismi formativi. I giovani però sono sempre più spinti a posticipare il matrimonio, in particolare a causa della forte disoccupazione e della carenza accentuata di abitazioni a loro accessibili. Si può chiaramente comprendere l'importanza del problema connesso alla diminuzione delle unioni matrimoniali, se si pensa agli effetti demografici congiunturali, ad esempio, al numero di nascite, che con difficoltà potranno poi in seguito essere recuperati dalle generazioni coinvolte in questo ritardo. Il problema dell'accesso alle abitazioni da parte dei giovani intenzionati a sposarsi è sempre più sentito, tanto che alcune regioni già prevedono una riserva di alloggi per gli stessi nei programmi di edilizia residenziale pubblica, convenzionata o sovvenzionata. Ma è necessario andare oltre.
      La Costituzione riconosce che la Repubblica deve agevolare «con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia» (articolo 31), e questo comporta la necessità di rendere organica la normativa sulle agevolazioni per l'accesso

 

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alla casa da parte dei nubendi, oltre agli interventi, peraltro rari, delle regioni. A tale fine la presente proposta di legge prevede che, nell'ambito dei programmi di edilizia residenziale pubblica, sovvenzionata, convenzionata o agevolata, deve essere riservata ai giovani intenzionati a contrarre matrimonio una quota non inferiore al 20 per cento degli alloggi disponibili. Nel caso in cui la richiesta di alloggi, da parte dei nubendi, sia inferiore rispetto al numero degli alloggi disponibili, le abitazioni rimanenti sono concesse agli altri aventi diritto.
      L'accesso alle abitazioni è poi regolato tramite bandi speciali relativi agli alloggi, distinti secondo il comune di ubicazione, lasciando alle regioni e alle amministrazioni competenti l'individuazione di ulteriori parametri per l'assegnazione del punteggio ai fini della formazione delle graduatorie specifiche.
      Le domande comunque devono riguardare gli alloggi ubicati nei comuni di residenza di uno o di entrambi i componenti della coppia o di svolgimento dell'attività lavorativa. Le agevolazioni fiscali riguardano l'esenzione dall'imposta di registro, oltre che dalle imposte ipotecaria e catastale in misura fissa.
      All'intera agevolazione, oggetto della presente proposta di legge, si accede dichiarando di non essere proprietari di altro fabbricato o porzione di fabbricato e, ovviamente, di volere adibire l'immobile da acquistare a propria abitazione. E, ancora, titolo determinante per poter usufruire dell'agevolazione è il contrarre effettivamente matrimonio entro un anno dalla data di consegna dell'appartamento. Gli stessi requisiti devono essere presenti nel caso di seconda vendita, da attuare almeno dopo un anno dal matrimonio, che dovrà avvenire nei confronti di una coppia che intenda sposarsi e che abbia diritto alle medesime agevolazioni.
      L'interesse principale e fondamentale della presente proposta di legge è di riscoprire la famiglia come risorsa primaria e di sostenerla nel suo essere, nel suo divenire e nelle sue funzioni, nel quadro del bene comune e, in particolar modo, di permettere alle giovani coppie l'accesso facilitato al diritto alla casa.
 

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